Le mestruazioni sono un appuntamento fisso mensile per la maggior parte delle donne in età riproduttiva: è giunto il momento di pensare che la scelta dei prodotti che vengono utilizzanti hanno un importante impatto sulla salute e sull’ambiente.

Materiale usa e getta

La maggior parte degli assorbenti e tamponi “usa e getta” standard sono realizzati in cotone non ecologico, solitamente sbiancato con il cloro, e da materiale sintetico assorbente, tendenzialmente derivato chimico del petrolio, plastica e colla (colla adesiva allo slip, plastica che contiene l’assorbente, applicatori): questo li rende altamente inquinanti, difficili da smaltire e a contatto con la pelle e la mucosa vaginale alterano il PH vaginale, aumentano l’umidità locale, creano irritazioni, secchezza vaginale e la proliferazione batterica, anche pericolosa.

Sulle confezioni dei tamponi interni “usa e getta” è segnalata, infatti, l’avvertenza del rischio di TSS, la Sindrome da Shock Tossico: violenta risposta infiammatoria anche grave provocata dal rilascio di tossine da parte di batteri, stafilococchi e streptococchi, che porta a febbre, vomito, diarrea, sfoghi cutanei e se trascurato il quadro clinico, arriva anche a provocare lesione e compromissione dei tessuti fino a coma, shock e morte.

Qualche calcolo è utili per comprendere l’impatto ambientale che arriva dall’utilizzo degli assorbenti: di media una donna utilizza 25/30 assorbenti ad ogni ciclo, ovvero 300/360 assorbenti all’anno.

Se si considera che la media dell’età riproduttiva di una donna è di circa 40 anni, dai 12 ai 52 circa, è davvero preoccupante pensare che una sola donna supera il quantitativo di circa 11000 assorbenti.

Costo: oltre 2500 euro

Smaltimento: non buttare nel WC o nel bidone della plastica, ma nel bidone dell’indifferenziata/secca e un singolo assorbente richiede oltre 200 anni con materiale tossico per ambiente

Coppetta mestruale

La coppetta mestruale è un serbatoio a forma di “campana o calice” ed è stata creata per raccogliere il flusso mestruale direttamente in vagina come alternativa all’assorbente interno o classico, senza perdite esterne ed è riutilizzabile: se ben utilizzata e conservata può, infatti, durare per diversi anni (dai 5 ai 10 anni).

La coppetta mestruale non è giovanissima: nasce negli anni ’30 e si diffonde negli anni ’80 dagli Stati Uniti a noi. Ad oggi la si trova ovunque, dalla grande distribuzione, a internet alle farmacie.

La sua dimensione è ridotta e varia su diverse misura a seconda dell’età, dell’anatomia individuale e se si ha avuto figli e può raccogliere il flusso mestruale di circa 12 ore, all’incirca 3 volte più di un tampone interno, ma è consigliabile svuotarla più frequentemente.

La si utilizza per tutto il periodo mestruale indipendentemente dal tipo di flusso mestruale.

E’ fatta in silicone medicale (anallergico, inodore, biocompatibile, non secca e non invecchia), non altera la flora batterica vaginale, è facilmente lavabile e molto morbida, flessibile e comoda: si adatta perfettamente all’anatomia femminile ed è adatta anche alle donne con pelli sensibili.

Inoltre è resistente a tutte le temperature e proprio per questo la si può far bollire per disinfettarla senza che si rovini.

Un’ importante attenzione va data al lavaggio delle mani da parte della donna che la utilizza: lavarsi bene le mani con acqua e sapone prima dell’inserimento e prima della rimozione della coppetta permette un buon utilizzo igienico della coppetta.

La pulizia della coppetta mestruale è davvero semplice: il lavaggio consiste nel lavarla con acqua calda e detergente delicato e farla bollire 5 minuti in una pentola con abbondante acqua o utilizzando sterilizzazione a vapore, anche da microonde o lasciando in ammollo la coppetta in saponi disinfettati appositi (leggere sempre bene le istruzioni sia della coppetta che del materiale usato!)

Durante il periodo di utilizzo, dopo averla svuotata nel WC, la si può sciacquare con acqua, in un lavandino o utilizzando una bottiglietta d’acqua direttamente sul WC e riutilizzarla: se si passa la giornata fuori casa e con bagni non pratici si può pensare di avere due coppette, quella usata che si toglie e si avvolge in un fazzoletto e quella pulita da inserire. Non pulire con sola carta igienica la coppetta prima di re-inserirla perché possono rimanere parti di carta igienica sulla coppetta e non rendere più sicuro l’uso.

Non va utilizzata nelle perdite del post partum e nelle donne vergini.

È dotata di un sacchettino portatile che ne permette di essere comodamente trasportata in borsa e la si può utilizzare tranquillamente anche mentre si pratica sport, anche in piscina o al mare, perché non modifica la sua forma una volta ben inserita.

È normale dover prendere confidenza con l’uso della coppetta mestruale e chiedere una consulenza ostetrica: parlarne con un’ostetrica che aiuta a capirne la gestione, la tipologia di coppetta da comprare e utilizzare, fare delle “prove” per capire come introdurla e rimuoverla, come tagliare se necessario “il codino”, come lavarla correttamente è davvero consigliabile per ridurre ansie e paure inutili, evitare di sprecare denaro con l’acquisto di una coppetta non corretta, evitare spiacevoli esperienze e prendere sicurezza per utilizzarla in maniera confortevole , consapevole e corretta.

L’uso della coppetta mestruale aiuta la conoscenza del corpo, purtroppo ancora poco considerato e di riflesso aiuta la percezione dei muscoli del pavimento pelvico.

Costo: 80/100 euro circa ( 4/6 coppette di media nella vita di una donna)

Smaltimento: se predisposto dal comune di appartenenza nella sezione “siliconi medicali” altrimenti nel bidone dell’indifferenziata/ secca ma non contiene sostanze tossiche per l’ambiente

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