Essere padri oggi cosa significa? Cosa è cambiato negli anni?
La paternità quando inizia? Cosa deve fare un buon papà?
Ecco alcune delle domande più comuni che mi vengono poste dai futuri papà, sia in gravidanza che dopo il parto.

La paternità inizia nel momento in cui lo sguardo del bambino si posa sugli occhi del papà:

è proprio qui che si concretizza la presenza fisica ed emozionale del cucciolo, e in quello sguardo profondo inizia la reciproca conoscenza.

Nel post partum è proprio il padre, in quanto uomo, a rappresentare la parte razionale della coppia, rispetto alla neo mamma – preda di uno stato emozionale “alterato” causato dal repentino abbassamento degli ormoni.

È qui che si percepisce la vera differenza tra essere madre ed essere padre.

Se un neonato piange la mamma pensa: DOVE HO SBAGLIATO, COSA HO FATTO DI MALE?
Se un neonato urla e strilla il padre pensa: COSA POSSO FARE PER FARLO SMETTERE?

Partecipare attivamente alla gravidanza è un compito arduo per molti uomini, non certo per mancanza di volontà, ma semplicemente perché per un uomo è faticoso “pensare” e “sentire” il bambino, a differenza della madre che lo porta dentro di sé.

E’ importante parlarne con la compagna chiarendo le proprie emozioni; confrontarsi e farsi spiegare quello che si prova nel crescere dentro una vita, accogliere i bisogni dell’altra perché possa sentirsi compresa nei cambiamenti di tutti i giorni.

Quando nasce il piccolo, il papà deve partecipare attivamente alle cure del bebè, cambiarlo, ninnarlo, passare del tempo insieme a lui; è altrettanto importante dimostrare cura e attenzione nei confronti della propria compagna, ascoltarla ed incoraggiarla nel suo nuovo ruolo di madre.

Non dimentichiamo che ridurre il livello di stanchezza e di stress della neo mamma, significa anche favorire una maggiore complicità ed intimità nella coppia.

E’ bene che il padre, magari con l’aiuto dei nonni, dei parenti o degli amici, si occupi degli altri fratellini o sorelline, mentre la mamma è alle prese con l’accudimento del nuovo nato; non da ultimo dimostrarsi partecipe sbrigando o delegando le prime faccende di casa.

Tutto ciò contribuisce alla formazione di un ambiente protetto e sereno, laddove la donna si sente compresa e aiutata e il piccolo felicemente accolto e protetto nel nuovo nido.

Essere padre ai giorni nostri è molto diverso rispetto al passato: se prima il papà era una figura forte, “incaricata” del raggiungimento dei bisogni primari legati alla famiglia, protettore vigile del nido, oggi la figura del padre assume sempre più importanza sul piano emotivo, a sostegno della madre ma anche come figura di gioco e di coccola nei confronti del bambino.

I ruoli uomo-donna sono oggi spesso invertiti e questo crea confusione.

Chi cucina? Chi va dal pediatra? Chi parla con l’ostetrica? Chi stende?

Non esiste un libretto di istruzioni sull’essere PADRE e non esiste nemmeno un unico modo di esserlo.

Ciascuno deve sperimentarlo in famiglia, in base ai bisogni di tutti e in funzione delle proprie capacità.

Ma fintanto che c’è amore, ascolto e comunicazione, potete stare sicuri che tutto sta procedendo incredibilmente bene.